Come si sceglie il font giusto?
La scelta del font giusto è un elemento fondamentale nella creazione di un sito web o nella messa a punto di un’identità visiva ed è una delle sfide che ci appassionano di più. Questo argomento è stato più volte affrontato nel nostro blog, ad esempio nell’articolo Quali font usare per un sito web?, ma qui vorremmo trattarlo partendo da un punto di vista differente.
Optare per un carattere piuttosto che un altro non è, infatti, soltanto una scelta estetica, ma ha delle ricadute anche sulle percezioni e sulle emozioni del lettore.
Insomma, in questo post ti vogliamo parlare della psicologia dei font e del suo ruolo cruciale nel design.
Dalle origini alla modernità: la storia della psicologia dei font
Facciamo un breve viaggio a ritroso nel tempo. La relazione tra tipografia e percezione umana non è un concetto recente, ma affonda le sue radici nel lontano XV secolo, quando Johann Gutenberg inventò la stampa a caratteri mobili.

Da quel momento, il mondo della tipografia ha subito un’evoluzione continua, ma la rivoluzione più grande è arrivata con l’avvento della tecnologia digitale, che ha permesso la creazione di un’infinità di nuovi font, ognuno con il proprio carattere e personalità.
Con il tempo, designer e psicologi hanno iniziato a studiare l’influenza dei font sulle emozioni e sulle decisioni delle persone. È emerso, in sostanza, come il lettore o la lettrice non percepisca ciò che legge soltanto con i propri occhi, con la propria vista. Ci sono altri livelli di “lettura”, ci sono diverse informazioni sensoriali che vengono raccolte e rielaborate dal nostro cervello, quando ci troviamo di fronte a un carattere tipografico. Pensa a un esempio banalissimo: le maiuscole sul web vengono considerate equivalenti a un testo urlato, anche se, in fin dei conti, si tratta semplicemente di lettere scritte un po’ più grandi. Ma non è solo una convenzione, siamo sicuri che SE INIZIASSIMO A SCRIVERE COSÌ, LA TUA PERCEZIONE CAMBIEREBBE, È COME SE IL VOLUME DI QUELLO CHE STAI LEGGENDO SI ALZASSE FINO A RENDERE LA LETTURA FASTIDIOSA.
La scienza dietro la percezione dei font: ricerche e casi studio
Con il tempo le ricerche si sono affinate, particolarmente importanti sono state quelle condotte
dalla British Psychological Society, che hanno rilevato una correlazione tra gli aggettivi e i tipi di carattere. Ai soggetti che hanno partecipato alle varie ricerche sono stati mostrati diversi caratteri tipografici ed è stato chiesto loro di valutare le qualità percettive che potevano possedere, come, ad esempio: pesante, leggero, veloce e lento.
Il carattere Times New Roman, un classico delle pubblicazioni accademiche e giornalistiche, è stato in gran parte associato all’aggettivo “formale”. Questo può spiegare perché Times New Roman viene spesso utilizzato in contesti ufficiali o formali, dove è importante trasmettere un senso di autorità e affidabilità.

Dall’altro lato, Helvetica, è stato associato all’aggettivo “leggibile”. Questa percezione ha reso Helvetica una delle scelte più popolari nel design del web e della grafica, dove la chiarezza e la facilità di lettura sono essenziali.

Questi risultati, insieme ad altri studi sul tema, ci forniscono preziosi spunti su come la tipografia possa influenzare la percezione del tuo brand e ci aiutano a prendere decisioni più consapevoli quando si tratta di scegliere il font giusto per il tuo progetto.
Font ed emozioni, una possibile classificazione
Secondo gli studi e le ricerche più recenti, è possibile identificare sei macro-gruppi di font, a seconda delle loro associazioni psicologiche. Vediamoli insieme.
Serif: evocano stabilità, tradizione, intelligenza e formalità.
Esempi: Baskerville, Garamond
Slab Serif: sono associati a resistenza, forza, potenza e mascolinità.
Esempio: Rockwell
Sans Serif: suggeriscono progresso, informalità, apertura e amicizia.
Esempi: Arial, Open Sans
Sans Serif Moderni: vengono percepiti come eleganti, futuristici e chic.
Esempio: Futura
Scripts: sono collegati a creatività, divertimento e romanticismo.
Esempio: Seldoms
Display: portano con sé innovazione e originalità.
Esempio: Addison
Per le differenze tra font serif, sans-serif, script, ecc. ti rimandiamo a questo nostro post: L’importanza dei font nella creazione di una brand identity.
La connessione tra font e design persuasivo
L’evoluzione dei font è andata di pari passo con quella del marketing digitale e non sono tardati articoli e analisi che hanno raccontato come la scelta del carattere possa andare ben oltre i concetti di formalità o leggibilità, come negli esempi precedenti. Si è infatti iniziato a parlare di persuasività del font, cioè della capacità di trasmettere messaggi e influenzare le decisioni.
I caratteri possono dunque essere utilizzati per stabilire credibilità, veicolare un particolare tono, creare una gerarchia visiva, facilitare la leggibilità e rinforzare l’identità del brand. Un esempio spesso citato è relativo al brand Old Navy, un’azienda americana di vendita al dettaglio di abbigliamento e accessori che aspira a trasmettere un’immagine giovane, divertente e accessibile. Per realizzare questa connessione emotiva (e di shopping), il marchio utilizza font facili da leggere e colori vivaci. Il contrasto tra la semplicità del font e i colori forti enfatizza l’energia positiva del brand e invita alla connessione emotiva.

L’interpretazione dei font
I font possono essere interpretati in modi diversi, ma perché questo accade? Perché tendiamo ad associare un contesto o un concetto specifico a ciascuno di essi. Un font gotico, o black letter, come Fraktur, ad esempio, ci riporta istantaneamente a un immaginario oscuro, adatto a un documentario sulla seconda guerra mondiale.

Lo stesso font non si accoppierebbe in modo ottimale a un brand che vende prodotti di bellezza e che dovrebbe dunque suscitare emozioni positive, per il quale sarebbe più opportuno un carattere largo, sottile e disteso, in grado di innescare queste stesse caratteristiche a livello emotivo.
Font, impaginazione e web design
Oltre alla scelta del font, nella nostra percezione interviene anche l’impaginazione, che può contribuire a rendere le informazioni facilmente leggibili e attraenti.
Ecco alcuni consigli.
- Non esagerare con il testo. Anche gli spazi bianchi possono parlare: aiutano la pagina a respirare ed essere più leggibile.
- Non farti prendere la mano con i tipi di font. Se ne usi tanti e molto diversi tra loro, il risultato può essere disordinato e comprometterne la leggibilità.
- Cura le differenti dimensioni del tuo carattere. Una buona regola è che il titolo dovrebbe essere il doppio del corpo del testo. Anche rispetto alle dimensioni, non esagerare, due bastano e avanzano.
- L’allineamento del testo a sinistra è sempre un’ottima scelta, dal punto di vista della composizione.
- Usa un’interlinea ampia (ma senza esagerare), per rendere il testo arioso e leggibile.
- Applica un’adeguata spaziatura delle lettere.
- Sfrutta i pesi dei font per differenziare titoli e sottotitoli: regolare, semi-grassetto, grassetto o extra-grassetto, ecc.
Conclusione
Siamo arrivati al termine di questo post dedicato alla psicologia dei font, in cui ti abbiamo dato qualche elemento in più per valutare con attenzione quali caratteri utilizzare nella tua comunicazione. La carne al fuoco è davvero molta e la questione, come ti abbiamo raccontato, è ben altro che semplicemente estetica.
Le varie tipologie di font possono influenzare le percezioni e le emozioni, quindi è fondamentale scegliere il carattere che rispecchia al meglio il tuo brand. Se hai bisogno di ulteriore aiuto in questo campo, non esitare a contattarci. Siamo qui per aiutarti a esprimere la tua personalità di marca, anche attraverso la scelta del font più adatto.
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